venerdì 7 dicembre 2012

ATLETICO OLIMPIA 1 - PRATELLO 1. IL PAGELLONE.

Dicembre fa scendere temperatura e catena. Il Pratello pareggia 1a1 contro l'Atletico Olimpia e archivia il 2012 gettando al vento due punti fondamentali in una trasferta che i pronostici associavano a ben altri auspici. Il terreno di gioco dell'Alberto Mario si presenta in condizioni non propriamente felici, ma certamente praticabili: una leggera increspatura di terriccio gelato provoca qualche scivolone di troppo, ma il controllo di palla è per lo più agevole. I gialloneri combattono lo zero termico con gli anticorpi forniti da alcune nordiche latitudini d'origine e, in altri casi, con articoli sportivi deputati allo scopo. L'ambiente sembra carico: i ragazzi si scaldano molto più degli avversari e le sensazioni - in fondo - sono buone. Quando però inizia la partita non è chiaro quale squadra, fra le due, abbia insistito - nonostante il freddo - per giocare. Il gap tecnico, abbastanza evidente, è tutto ad appannaggio del Pratello, ma la truppa di Capitan Carrozza non riesce a trarne il debito vantaggio. Lucatti schiera un inedito 4-4-2, forse troppo sperimentale per essere testato in una gara dalla quale dipendeva, ad ogni buon conto, il prosieguo della stagione. Sia come sia, davanti alla difesa a 4 (da sx a dx De Biagi, Lanzellotto, Borreggine, Curatola, scendono in campo 4 centrocampisti chiamati a garantire ampiezza e profondità di fascia alla manovra giallonera: Berrettoni esterno destro, Gatti e D'Amato centrali, Martinsen a sinistra. Vieceli e Carrozza compongono il tandem d'attacco. Bartolacelli osserva dai pali il gioco dei propri compagni e per lunghi tratti di partita non lo vede. E non lo vede per un motivo molto semplice. Perché questo gioco non c'è. Con il modulo non c'è confidenza, e si vede. Le fasce vengono sfruttate poco e in maniera del tutto episodica. A destra Berrettoni combatte contro la linea del fuorigioco senza venirne ad una e, in generale, rimane sempre troppo alto, facendo da tappo alle incursioni di Curatola, che infatti non punge come suo solito. A sinistra Martinsen passa più tempo in mischia che sul proprio binario di competenza, perdendosi in piccoli duelli di tigna contro avversari che ne capiscono immediatamente l'indole e il carattere. Le sgroppate più convincenti le regala De Biagi, che soprattutto nel primo tempo sembra fra i più in palla, sfoderando anche un sombrero che supera il diretto avversario e lo immette sul binario giusto. Il gioco del Pratello però è tutt'altro che fluido: i palloni che passano dai piedi di Gatti e D'Amato non ne escono rivestiti della consuete luce: talora ristagnano troppo sulla mediana, anche a causa delle linee di passaggio dettate dai compagni che dovrebbero proporsi con i tempi giusti e che, invece, lo fanno solo a tratti. Troppo lontani dalle punte, i due perni del centrocampo giallonero non riescono a dare corpo e sostanza alla manovra e non mettono a frutto l'imbarazzante divario tecnico che li separa dai diretti avversari. Alcune verticalizzazioni, tuttavia, sarebbero interessanti ma vengono più volte stoppate dal direttore di gara, che vede situazioni di fuorigioco ovunque, anche quando la configurazione stessa dell'azione - con inserimenti da dietro palesemente regolari - dovrebbe indurlo a una facile e corretta interpretazione. Il vero problema, però, è che su uno di questi affondi si fa male il Kaiser. Scatto, fitta al bicipite femorale, e cambio della guardia con Bonaventura. Siamo solo al dodicesimo minuto del primo tempo. Samuele però è in giornata: abile nello stretto, la punta pesarese aggredisce con profitto i difensori avversari, attacca bene lo spazio e compie un intelligente lavoro a fisarmonica accorciando verso un centrocampo che ha proprio bisogno di essere invitato lassù. Quando Martinsen collega i piedi al cervello e parte verso la porta avversaria con un passo degno del suo curriculum, Bonaventura ne accompagna la sgroppata e si fa trovare pronto al limite dell'area per punire l'estremo difensore avversario che, per coprire lo specchio all'esterno giallonero, ha lasciato sguarnito lo specchio della porta. Sinistro a colpo sicuro e Pratello in festa. L'1a0 lascia presagire una partita in discesa ma non è così. Il vantaggio non aiuta i gialloneri, che anziché fare ordine  rimangono preda di una frenesia sterile e improduttiva. Bella parata bassa di Bartolacelli su punizione da fuori area. Opaca, anche se non inguardabile, la prova della difesa. Nell'intervallo mister Lucatti cambia un po' le carte. si torna all'antico, con il rombo. Gatti mediano basso, Martinsen interno di sinistra, D'Amato trequartista e Grandinetti - subentrato al posto di Berrettoni - interno di destra. La variazione, adottata per migliorare una copertura della profondità fin ora assolutamente latitante, non dà i suoi frutti. Dopo pochi minuti, anzi, arriva la seconda brutta tegola. D'Amato, già ammonito, subisce fallo a centrocampo. L'infrazione viene fischiata ma il talento partenopeo si lascia comunque andare ad una reazione stizzite e poco intelligente; l'arbitro, non ricordandosi - probabilmente - del precedente cartellino giallo, ne estrae un secondo (per la verità abbastanza fiscale) e si trova costretto ad allontanare il ragazzo dal campo. Per qualche minuto Lucatti scommette sul vigore atletico dei suoi e tiene ugualmente le due punte, chiedendo a Bonaventura un lavoro suppletivo di collegamento fra i reparti. Il Pratello però fatica a tenere il campo e lo scorrimento orizzontale dei tre mediani sfianca la squadra. Carrozza esce così per Innocente e si passa, terzo cambio di modulo nel corso della stessa partita, al 4-4-1 con un centrocampo che da destra a sinistra vede schierati Martinsen, Grandinetti, Gatti e Innocente alle spalle dell'unica punta Bonaventura. L'attaccante del Pratello si danna letteralmente l'anima ma è costretto a fare reparto da solo e non può rendersi più di tanto pericoloso, anche perché il Pratello è molto lontano, rintanato nella propria metacampo a tentare di arginare un avversario che prende giustamente coraggio, sfrutta la superiorità numerica e, senza fare meraviglie, avanza inesorabilmente il proprio baricentro. Borreggine e Lanzellotto difendono bene quando vengono puntati, ma lo fanno molto meno bene sulle palle lunghe, facendosi trovare spesso troppo lontani uno dall'altro e, spesso, dando troppi metri ai diretti avversari che si lanciano negli spazi. A dieci minuti dalla fine, l'ultimo cambio del Pratello viene perfezionato: Triggiani rileva Martinsen e si piazza sulla destra, senza sfigurare e - anzi - portando un po' di ordine al gioco. Gigi entra anche nell'azione che porta al tiro Grandinetti: l'interno del giovane mediano marchigiano si perde alto sopra l'incrocio lontano. è la fiammata più importante da quando il Pratello è in inferiorità numerica e, di fatto, rappresenta anche l'ultimo spunto dei gialloneri. Gli ultimi minuti raccontano, sostanzialmente, di un assedio, forse condotto male ma certamente convinto e continuo. Il Pratello, disunito e poco brillante, si oppone come può ma l'errore è in agguato e quando arriva lo fa in maniera letale: la difesa sale in maniera avventata, passaggio filtrante, inserimento da dietro, lunga sgroppata verso la porta giallonera, Bartolacelli esce ma viene infilato con un tiro basso che riporta in parità la partita. Siamo all'ultimo minuto. Non c'è più tempo nemmeno per bestemmiare. Uno a uno e tutti a casa.

BARTOLACELLI 6. Bella la parata su punizione, non ha colpe sul goal, ma esce con alcuni secondi di ritardo rispetto alle sue stesse chiamate.

CURATOLA 6. L'atteggiamento asfittico e abulico del centrocampo non gli suggerisce i giusti corridoi per inserirsi. Pietro sembra comunque meno brillante del solito.

LANZELLOTTO 5,5 Parla molto ma gioca molto al di sotto delle sue possibilità. Dovrebbe fare gli onori di casa con il rientrante Borreggine ma non dirige la difesa a dovere. Troppo larghe le maglie là dietro.

BORREGGINE 6,5. Voto di incoraggiamento, non privo di considerazioni oggettivamente positive. Al di là dei pezzi forti del suo repertorio (anticipo e disimpegno immediatamente efficace per la ripartenza del gioco), Marco riesce a restare in campo per tutta la partita, mostrando una condizione fisica non ancora sufficiente ma certamente in crescita.

DE BIAGI 6+. Bene nel primo tempo, con alcune discese sulla fascia che lasciano sul posto chiunque. Molto meno bene, direi anzi insufficiente, nel secondo tempo. Stanchezza e nervosismo affiorano. Roby ci mette tutta la grinta necessaria nell'uno contro uno ma gioca con troppa leggerezza alcuni palloni al limite della nostra area, favorendo i recuperi alti degli avversari.

GATTI 5,5 Con Lanzellotto può essere iscritto al club dei senatori latitanti. Parte benino ma in molte occasioni tiene troppo la palla. Nel finale di partita gestisce male alcuni palloni al limite della nostra area, tentando fraseggi che avrebbero molto più senso - data l'inferiorità numerica - venti o trenta metri più avanti. Ampiamente rivedibile.

D'AMATO 5. Non ci siamo. i piedi ci sono e non ne parliamo nemmeno più, ma vengono fatti lavorare al 25% delle loro possibilità. Alcuni alleggerimenti sui terzini, con la squadra sottopressione, rivelano acume e intelligenza tattica, ma sono troppo poche le verticalizzazioni decisive che possano rendere pericoloso il Pratello. Pessima la gestione dell'arbitro: la seconda ammonizione poteva anche non starci, ma avendone già una si deve solo stare zitti. Tanto più se il fallo è stato fischiato a favore.

MARTINSEN 6 Ogni tanto smarrisce la posizione e lo ritroviamo in giro per il campo a cercare un ring su cui salire. Complessivamente, però, non è fra i peggiori. Sua la percussione che porta al goal di Bonaventura.  Il suo nervosismo, però, ne disperde il potenziale fra mille piccole scaramucce. Esce per Triggiani quando ormai sta barcollando dalla stanchezza.

BERRETTONI 5. Bisogna capire insieme che cazzo di giocatore sei, dove ha senso farti giocare e cosa ha senso dirti prima della partita. è un problema soprattutto mio, perché mi tira troppo il culo vederti giocare così. Andrea sceglie quasi sempre male i tempi dei propri inserimenti, finisce in fuorigioco una quantità industriale di volte e parte ogni volta dalla linea delle punte anziché arrivarci in corsa. Con la palla fra i piedi i fondamentali si vedono tutti, ma il calcio è un'altra cosa.

GRANDINETTI 5,5 Molta corsa e molta grinta. Caparbio quando parte in pressing sull'uomo, anche se spesso lo fa in maniera avventata, senza temporeggiare (atteggiamento che sarebbe fondamentale quando devi difendere un vantaggio e sei in inferiorità numerica). Come molti colleghi di centrocampo, sbaglia troppi passaggi, compreso quello che dà il via all'azione del pareggio avversario, sul quale però c'è anche un concorso di colpa di Innocente. non è colpa sua se il Pratello non ha vinto, ma si può e si deve fare molto meglio di così. Tenta il tiro della vittoria, che finisce alto.

INNOCENTE 6. Sull'impreciso passaggio di Grandinetti, potrebbe fare un passo in più e mettere il corpo fra pallone e avversario. Non lo fa e la palla viene intercettata. non dovrebbe, ma può capitare. La sua prestazione non è comunque malvagia. Entra al posto di Carrozza e va a fare l'esterno di sinistra a centrocampo. Pressa con la giusta cattiveria e cerca senza fortuna di far ripartire l'azione quando la palla passa dalle sue parti. Ci mette grinta e intensità, non supportate - forse - da altrettanta lucidità tattica.

TRIGGIANI 6. Esterno di destra a centrocampo, Triggiani entra con l'incarico di dare ordine ed equilibrio ad una manovra diventata frenetica e ingestibile. Ci riesce solo in parte, ma non sfigura quasi mai ed entra nell'azione che potrebbe portare al goal di Grandinetti.

VIECELI S.V. Prestazione non giudicabile a causa dell'infortunio occorso nei primissimi minuti di gioco. Forse Kaiser, siamo tutti con te.

CARROZZA 6. Ignorato per lunghi tratti di gara dai propri compagni, subisce alcuni falli importanti ma non trova i corridoi giusti per rendersi pericoloso in velocità. Esce per Innocente quando il Pratello non sembra più in grado - agli occhi del Mister - di reggere le due punte in inferiorità numerica.

BONAVENTURA 7+ IL MIGLIORE. Non solo per il goal, ma proprio per la partita. La rete, intendiamoci, è del tutto apprezzabile, confezionata accompagnando la percussione di Martinsen senza andare in fuorigioco e appoggiando in rete, di prima, con freddezza, la palla dell'1a0. Quello che mi è piaciuto di più, perà, è tutto il resto, cui ho già fatto cenno nella cronaca della gara. Pressing pungente e affilato, buona protezione della sfera, controllo di palla convincente, qualità invidiabili nello stretto. Ci sono molti degli ingredienti che fanno di una punta una buona punta. Bravo Sam, avanti così!

MR LUCATTI 5. Cominciamo a valutarci anche noi. Troppi moduli in una stessa partita, troppo casino nella testa dei giocatori, poca chiarezza - forse - in alcune consegne. Qualche perplessità, infine, sull'11 iniziale, non solo per la scelta dei titolari ma anche perché il Mister non è riuscito a trasmettere loro la grinta e la cattiveria agonistica con cui approcciare la partita.



6 commenti:

  1. Bah,la grinta sarebbe il caso di averla da soli, visto che ci vogliamo giocare la vittoria finale. Anche questo fa esperienza ora ci vogliono 33punti e vedrete che il campionato sarà nostro. Per quanto riguarda il mio voto mi sarei dato qualcosina di meno....certo che se quella punizione di clem fosse stata un pelo più bassa avrebbe preso me e non quella traversa di merda.....

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  2. porco dio quella punizione otto...io avevo calciato diretto in porta, quindi non mi sono nemmeno accorto che potevi intervenire!

    comunque, SCUSATEMI per ieri. Sono stato proprio un pollo, lo ammetto, quindi la prossima volta rimango a terra a piangere(anche perché veramente mi sono fatto male).

    Comuunque,a volte noto che alcune giocate "difficili" che faccio non vengono prese bene. come quando ad esempio gioco di prima con le punte mentre sono distanti dieci metri da me o come quando ieri ho rischiato il passaggio a peppe a centrocampo mentre era attaccato da due uomini alle proprie spalle (pensavo che se ne fosse accorto e che avrebbe dato palla di prima ai difensori che avrebbero scaricato su curatola libero ma non servibile direttamente da me). Io vi anticipo come la vedo, poi ne parliamo con calma: in buona sostanza credo che la nostra sia una ottima squadra, che sappia giocare anche ad uno o due tocchi, tenendo sempre la testa alta, considerando pure che durante gli allenamenti lo fa, quindi non capisco perché non si debba fare in partita ciò che si fa durante gli allenamenti. E' che serve molta concentrazione e pure continuità, ma credo sia tutt'altro che impossibile, dato che ormai più o meno tutti conosciamo le caratteristiche tecniche ed atletiche di ognuno di noi.

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  3. Clem capita che saltino i nervi... È capitato a tutti, non sei il primo e non sarai l'ultimo. Ci servirrà da lezione.
    Detto questo, i 3 punti ieri erano importanti ma nn mi va di sentire parlare gia da ora di obiettivo impossibile da raggiungere. C'é mezzo campionato davanti a noi e nn mi pare che chi ci sta davanti sia tutta sta corazzata...
    Ricordiamoci che chi vince gioca al dall'ara e sinceramente vorrei rigiocare su quel campo e stavolta vincere...

    Toni

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  4. credo che dovremmo anche riflettere sullo spettacolo deprimente fatto di grida, proteste, urla, rimproveri ai compagni che abbiamo offerto ieri sera. peraltro, fiato sprecato in gran parte per scaricare le colpe dei propri errori sui compagni. da fuori si sono sentite intere conversazioni fatte di rimproveri, giustificazioni, repliche e controrepliche che volavano a 30 metri di distanza: è ridicolo, vediamo di darci una regolata da subito.

    per quanto riguarda l'aspetto tecnico sono convinto che il nostro limite più grosso in questo momento sia l'arroganza. ci crediamo più bravi di quello che siamo, non si spiegano altrimenti certe giocate assurde al limite della nostra area. come cazzo ci viene in mente di poter tenere palla e risultato palleggiando sottoritmo tra la nostra area e la trequarti? quello schifo che abbiamo provato a fare per mezz'ora del secondo tempo non è un possesso di palla per rifiatare, è solo un modo per sottrarsi alle sofferenza che una partita nella quale sei in vantaggio e con un uomo in meno richiede.
    dobbiamo essere più umili, se siamo chiusi dentro l'area si spazza via, si sale 10-15 metri e si inizia difendere duro, solo quando ci siamo guadagnati lo spazio si ricomincia a far girare la palla. se pensiamo di poter evitare il lavoro sporco perchè tanto-siamo-più-bravi siamo destinati a farci fottere ancora.
    franz

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  5. Facevo freddo cazzo. piedi congelati. Tutto carico usciamo dallo spogialiatoio... fischio d'inizio 15min dopo. cazzo. congelato.
    Loro il punto se lo sono guadagnato. Noi, i tre no.
    Forza cè uno squadrone e convinti in cima ci arriviamo noi.

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