C’è molta confusione, fai a fatica a mettere in fila le cose, a procedere con ordine, a concentrarti. Varcare quella soglia è una piccola grande emozione, che si trasmette in ogni tuo gesto e rende ogni minuto impenetrabile, forse goffo, certamente denso di irripetibilità. Il tempo scorre come una glassa compatta verso l’inizio della partita e i gialloneri sono preda di mille pensieri. Siamo davvero qua, ci saremo ancora, ecco gli spogliatoi, il campo, la gente, le paure, i sogni. Quando sei pronto, quando pensi di essere pronto, vai a scaldarti ma praticamente lo fai sul cemento, sotto gli spalti, come si fa durante la preparazione. E ti ritornano alla mente proprio quei giorni di fine agosto, quando far girare il motore è una vera impresa. Oggi no, oggi dovrebbe andare tutto bene, dovrebbe essere tutto facile. Nel girone di ritorno non ci ha battuto nessuno. Siamo forti, siamo in gamba. Poi sali quelle scale, le scale che ti portano in campo. L’orgoglio è tanto, forse troppo, ti impedisce di dare alla cose il giusto peso, di ricordarti che in fondo è una partita di calcio e si può vincere solo come si vincono le partite di calcio. Non ci sono altri modi. E forse è proprio questo che nella confusione fai fatica a capire. L’emozione ti lacera in due, una parte di te cammina là davanti e invece di pensare al suo lavoro si perde nei dettagli, nella loro grandezza, nella loro unicità che rapisce lo sguardo e l’attenzione. Raggiungi il centro del campo cercando le facce sugli spalti, le trovi tutte, ti senti carico ma non hai ancora capito di cosa. Poi la partita comincia e tutto ritorna più normale. Pure tu ritorni più normale, anche troppo. Ti sei allenato, ma senza palla, e si vede. Gli altri arrivano prima, sono più convinti, hanno più fame, non mollano un centimetro e ci credono di più. Le palle goal arrivano, da una parte e dall’altra, e forse il pareggio ci sta, forse i rigori sarebbero la cosa più equa. Però c’è sempre un però. Perché sulla palla ferma noi siamo i più fermi e quella mina vagante finisce alle spalle del Gatto, che nulla può. È uno a zero e finisce così. Invaso e pervaso da un doppio gusto, dal dolce e dall’amaro, vaghi un po’ per il campo senza spiegarti davvero come sia potuto accadere e cosa significhi, nel complesso, questa giornata. Stringi le mani agli avversari, abbracci i compagni, saluti i tifosi, venuti anche da molto lontano. Al caldo, ormai, non ci pensi nemmeno più. Sei un grosso e ingombrante punto interrogativo. La risposta sono sempre i compagni, la risposta sono sempre i tifosi. Sei lì per tutti loro, per loro che hanno corso al tuo fianco, per loro che hanno sostenuto le tue fatiche cantando e urlando nei megafoni. Potevi fare di meglio. E questo te lo ripeterai a lungo, per molto tempo. Di sicuro, te lo ripeterai finché al Dall’Ara non entrerai un’altra volta. Per vincere.
ROCCA 6,5. (voto stagionale 7)
ALBANESE 7- (voto stagionale 7,5)
DONATI 6- (voto stagionale 6-)
CURATOLA 6+ (voto stagionale 7+)
BALDI 7- (voto stagionale 7,5)
CITERA 7- (voto stagionale 8+)
LUCATTI 6+ (voto stagionale 7)
BIONDI 6- (voto stagionale 6-)
MIKKEL 6+ (voto stagionale 7-)
SCHIAVO 6+ (voto stagionale 9)
SELO 6- (voto stagionale 6)
OLIVIERI 6- (voto stagionale 6,5)
GATTI 7- (voto stagionale 9)
INNOCENTE 6,5 (voto stagionale 7+)
LEMMO 6 (voto stagionale 7)
TILLI 6,5 (voto stagionale 7-)
CARROZZA 6,5 (voto stagionale 9,5)
TELENTINIS 6- (voto stagionale 7-)
TRIGGIANI 6- (voto stagionale 6,5)
VIECELI 6,5 (voto stagionale 8,5)
MISTER LANZELLOTTO (Dall’ara 6,5; stagionale 9,5; come centrale difensivo 8,5)
STEFANIZZI (voto stagionale 8+)
AGOSTINI (voto stagionale 6,5)
BORREGGINE (voto stagionale 7-)
D’ADAMO (voto stagionale 7-)
COLUCCIO (voto stagionale 7)
EMANUELE CICCIO ROSSETTI (voto stagionale 7)
ROS 9 (con il cuore sempre vicina)
VALE 9
MAURO 7 (voto più basso per il vestiario)
TIFOSI 10. INARRIVABILI. Alla fine della festa ho sentito qualche malumore, che spero possa rientrare, perché tutta la squadra vi vuole bene e tiene al vostro calore. Carichi sempre.