3 punti sono importanti. Sono importanti in assoluto e in relativo. Sono importanti perché sono la prima vittoria del campionato e anche la prima vittoria da un po’ di tempo a questa parte. E poi sono importanti perché vincere dà la stessa soddisfazione di quella bella fiammata che riesci a produrre nel magico contatto fra l’accendino e la scorreggia. Devi beccare il momento giusto, altrimenti niente fiammata. E noi il momento giusto l’abbiamo beccato, indovinando due goal forse non particolarmente belli ma nei quali si respira una confortante tenacia, tipica – in fondo – di tutti i goal un po’ sporchi, quelli che non coronano una splendida azione ma ti dicono che dopotutto sei ancora vivo e che prima di macellarti potremo ancora farti fare qualche corsa.
Se sarai bravo, certo. Più bravo di ieri, per esempio.
Perché quella di ieri non è stata, in alcun modo, una bella partita, né una
partita giocata bene. I pompini che vi sarete vicendevolmente scambiati sotto
la doccia per festeggiare questo 2 a 1 non fanno di voi dei calciatori. Non
ancora. La strada è lunga, lunghissima, ed è anche in salita. Ben venga,
dunque, il culo che ieri – su quella salita - ci ha spinto, facendoci segnare
nei due momenti in cui probabilmente stavamo esprimendo il peggior gioco, al
cospetto di un avversario che forse andava aggredito, in tutte le parti del
campo, con un altro atteggiamento. Con più rabbia. Quella che si dovrebbe avere
dopo aver perso la prima e che ieri, in tutta onestà, non ho visto. Abbiamo il
fegato, questo sì, di far circolare la palla anche sotto pressione, e in
qualche momento la cosa ci è riuscita perfino piuttosto bene, con un buon
lavoro di fraseggio e cucitura tra i reparti, saggiamente orchestrato da Fefè
nel primo tempo. Ma quasi sempre si è trattato di una manovra lenta,
compassata, priva di slanci e di mordente, che ha perso gradualmente fluidità
fino ad azzerarsi completamente per lunghi tratti della ripresa, quando abbiamo
perso le giuste distanze e abbiamo cominciato a guardarci l’un l’altro con il
binocolo. E il goal della vittoria, infatti, è arrivato con un lancio stile
Nasa, grazie al quale il tenente colonnello Christian De Biagi ha fatto partire
da Houston un razzo ipersonico che attraversando galassie disabitate ha infine
raggiunto la zona nevralgica della difesa avversaria, dove l’altro De Biagi è infine
riuscito a segnare.
Vale la pena sottolineare due episodi, il rigore sbagliato e
il goal preso, due testacoda che in se stessi non significano nulla ma che
presi assieme forniscono un quadro piuttosto preciso del nostro atteggiamento
medio: divertito (cioè concentrato ma non troppo), curioso (cioè interessato ma
non troppo), sportivo (cioè agonistico ma non troppo). E non va bene. Perché a
calcio la testa bisogna mettercela tutta, fino in fondo. E pompare come dannati
su ogni cazzo di pallone, cattivi (nel senso buono del termine) e implacabili,
senza lasciare imprese intentate o incompiute. Di episodi del genere,
ovviamente, è stata piena la partita, ho citato quelli più notiziabili solo
perché li ritengo paradigmatici ed esemplari.
Intendiamoci: quello che ci manca non è – in assoluto – la grinta,
ma la continuità-nella-grinta, l’idea che il contrasto vinto una volta vada
vinto anche una seconda e una terza volta e che l’avversario debba averne le
palle piene di averci fra i coglioni. È questo, dal punto di vista
caratteriale, che ci manca. La continuità delle zanzare. Quelle che d’estate
non vi danno tregua, e sembra quasi che ci godano a ronzarvi sempre vicino all’orecchio.
Ma a noi le zanzare non piacciono. Noi ci guardiamo l’un l’altro come fossimo
cigni. La notizia è che di cigno ce n’era soltanto uno, veniva da Utrecht, e
il suo nome non merita di essere scritto su queste pagelle. A noi dovrebbe
bastare sapere d’aver fatto bene le zanzare.
A cominciare dalla prossima partita.
BATTILANI 5. Interventi preziosi e sicurezza al reparto, è
vero. Ma l’errore è clamoroso sotto molti punti di vista e pregiudica il voto
finale.
STEFANIZZI 5+. Corre a più non posso ma il diretto
avversario, soprattutto nel primo tempo, lo passa spesso alle spalle e lo batte
in velocità. Poco lucido, perché sfiancato, nelle ripartenze, gestisce quasi
sempre male il pallone.
GRAZIANO 6+. Meno lucido dell’esordio ma comunque efficace.
BALESTRIERI 6- Non è impeccabile dal punto di vista della
posizione ma se la cava.
COMORETTO 6+ Prestazione caratterizzata da tanto agonismo,
che riscatta l’esordio fiacco di qualche giorno prima. Non molla mai.
GIGLIONI 6. Il giallo giusto, nel finale, quando serviva.
FEFE’ 6,5. Gioca con personalità e aiuta sempre i difensori
quando parte la nostra azione. Favorisce la circolazione orizzontale del
pallone. Ogni tanto si fa scavalcare da qualche lancio avversario facilmente
prevedibile e potrebbe cercare la verticalizzazione con più coraggio.
BORREGGINE 6+. Salva un goal fatto, un intervento non
complicato ma che da solo vale due punti.
INNOCENTE 7-. Prestazione ombra fatta di tanto lavoro
sporco, spesso ad aiutare il terzino nell’azione di contrasto alle veloci corsie
esterne avversarie.
OLIVIERI 6,5. È dappertutto. Glorioso in alcuni recuperi,
migliora in lucidità.
DE BIAGI C. 6,5. Suo il lancio che origina l’azione del
vantaggio giallonero. Partono dai suoi piedi le poche cose buone degli ultimi
20 minuti.
CUCS 5,5 In un momento in cui la squadra manca di gioco,
dovrebbe aiutare il Pratello a rientrare in partita ma sembra più che altro una
scheggia impazzita.
SANTACROCE 6,5. Parte male, restando sempre troppo largo e
non eseguendo mai i tagli richiesti dal tridente di cui fa parte. Sigla però il
goal che sblocca la partita e sulla fascia vende cara la pelle negli uno contro
uno. Un paio di leziosismi evitabili qua e là.
TILLI 5- Troppo brutto per essere vero. Poco incisivo,
fumoso, lento, prova conclusioni difficili che la condizione non gli consente
di eseguire come dovrebbe. In certi momenti occorrebbe più umiltà e raziocinio.
PASSARIELLO 5,5. Interpreta abbastanza bene il ruolo nel
tridente, alternando incursioni di fascia ad azioni convergenti, che gli
consentono di operare interessanti traversoni non sfruttati dai compagni. Ogni
tanto la gira troppo alla cieca, e sbaglia. Non abbiamo ancora automatismi tali
da poter giocare a memoria e le azioni vanno capitalizzate meglio. Perde un po’
la bussola dopo il rigore fallito, calciato con potenza accettabile ma a mezz’altezza.
E l’episodio incide ovviamente sul voto finale.
CARROZZA 6,5. Solita prestazione a fiammate. Poco
disciplinato in certi frangenti, estremamente altruista in altri. Sta di fatto
che per due volte si rende decisivo, sia nell’azione del vantaggio giallonero,
sia quando manda in porta un De Biagi R. che conclude così male da ricordare
Raducioiu
DE BIAGI R. 6+. Conclude così male da ricordare Raducioiu
ma per fortuna a quel punto ha già segnato, al termine di un’azione confusa e
fortunosa, il goal che vale i tre punti. Sulla fascia alta gioca decisamente
meglio e nel secondo tempo offre spesso la profondità necessaria a dettare il
passaggio sulla sinistra.
CETTI 6,5. Difende bene la palla e prende falli importanti,
compreso il rigore non trasformato da Passariello. Gli manca il goal, che una
traversa impietosa nega alla sua capoccia da pochi centimetri. Di poco, ma
ancora in crescita.