Ok, adesso fischia. Dai, ovvio che fischia. Lo stronzo è dietro, è dietro. Si vede che è in fuorigioco. Guardalo lì che si mette in posa per tirare, coglione... Tanto adesso fischia, è fuorigioco. Sì, non ha ancora fischiato ma adesso fischia, ovvio che fischia. Gli si sarà incastrato il fischietto tra le mani. Toh’, lo stronzo tira lo stesso. E segna pure. Pensa, sarebbe anche un bel goal… ma tanto è fuorigioco, vedrai che adesso fischia. È inutile che lo stronzo esulti. E infatti eccolo qui il fischio. Oh, finalmente, cominciavo a pensare che non l’avesse visto. Bene, bene, ha fischiato.
Si.
Ha fischiato.
Però indica il centrocampo.
E questi qui esultano un po’ troppo per essere gente a cui è appena stato fischiato un fuorigioco.
Hanno pareggiato.
Sento qualcosa che mi prende la fronte, me la cinge d’assedio, come un fluido nero che mi toglie le ultime forze e comincia a colarmi giù lungo la schiena, arriva alle gambe e quasi le irride. Lo stronzo si batte il cinque con l’altro compagno di squadra. Io li guardo e penso che non più di cinque anni fa mi sarei gettato a forbice, mi sarei preso il mio rosso e sarebbe stato rigore.
E il portiere l’avrebbe parato e io dagli spalti li avrei coperti d’insulti e avremmo vinto e la partita dopo sarei stato ubriaco in tribuna a fare il tifo per i ragazzi.
Ma questa volta no.
Altro che gettarmi a forbice, praticamente non li vedo nemmeno più passare.
È dura perché saprei esattamente cosa fare. Ma c’è una parte di me che è ancora seduta sul cesso a leggere il giornale. E non intende rispondere agli impulsi del cervello.
Dev’essere parecchio interessante, quel giornale di merda.
Torno a casa, vado a letto e me lo sogno.
In prima pagina c’è scritto 2 a 2.
Dell’Inter e del Barca nemmeno una riga.
2 a 2, figli di puttana.
2 a 2.
Un misero punto.
Ed è incredibile quanta fatica costi.
CICCIO 7. Incolpevole sui due goal. Sicuro come un veterano, si sgola anche per far salire la squadra, andando pure al di là dei suoi compiti. Grazie mille per il supporto! Fiorillo.
GIGLIONI 7+. Non l’ho mai visto giocare così. Sicuro su ogni pallone, scelta di tempo svizzera, chiusure nette come cesoie, sempre in anticipo. È un centrale, Cristo Santo, non sarà mai un terzino. Accardi.
LANZELLOTTO 7. Fa il lavoro suo e pure quello di Lucatti, che gli latita a fianco. Gran cuore giallo nero, tiene alto il morale della truppa nei momenti più difficili. Sempre pronto a svettare sopra l’avversario, non patisce più di tanto la velocità delle punte avversarie. Gastaldello.
LEMMO 6,5. Dove lo metti, fa bene. Dire che è una garanzia è dire poco. Perché Max è un attaccante prestato al centrocampo, un centrocampista prestato alla difesa, un difensore prestato alla battaglia. Un guerriero d’altri tempi. Votato al Pratello. Reto Ziegler.
LUCATTI 4. Impresentabile. In apertura si produce in uno scambio interessante con Tilli, che si chiude però con un tiro ampiamente sul fondo. Il resto è nebbia d’aprile, cioè movenze e azioni prive di senso. Non ne becca una, viaggia a velocità ridotta, la metà di quella dei suoi avversari diretti e ancora non si fida delle proprie giunture. Getta via palloni giocabili e si perde tra buche e ciuffi d’erba. Le palle alte sono lo specchio della sua condizione. Ricovero Zauri.
TILLI 8-. IL MIGLIORE. Tutto benissimo, o quasi. Un goal incredibile, a coronamento di un’azione semiprofessionistica. Lo zampino anche nel secondo. Tanto gioco e tanti palloni, compresi quelli recuperati nella fase difensiva, con alcune chiusure eroiche nel finale. Non è un 8 pieno perché sul 2 a 1 per noi tende a verticalizzare subito, non aiutando il possesso palla e non riuscendo a rallentare i ritmi. Sbavature in una gara quasi perfetta. Per quanto mi riguarda, orgoglioso di giocare con Sergio Volpi.
SCHIAVO 7. Un leone. Quel ruolo lì sembra scritto, inventato e ideato per lui, ritagliato con la precisione di una sarta. Il rombo ne esalta le qualità agonistiche, la visione di gioco e l’intelligenza nel fraseggio. Poli.
INNOCENTE 5.5 Abnegazione annegata in toni di grigio. Poco spunto e poca brillantezza. Bettarini.
CITERA 7. Una furia umana, a cui occorrerebbe maggiore senno tattico. Più incisivo quando si sbrana la fascia e va sul fondo, più turistico quando si accentra e si porta la palla sul sinistro. Leonino in fase di contenimento, a volte si complica la vita da solo. Infruttuoso un cross al volo di prima nel primo tempo. Se pensi un secondo di più a quello che fai diventi Giggs dei tempi d’oro. Per ora, Mannini.
DONATI 6-. Entra a testa bassa e ci mette il solito impegno, ma non è brillante. Padalino.
TRIGGIANI 6. Guadagna un corner in fase d’attacco e chiude verso il centro in copertura. Franceschini.
VIECELI 7-. Grande lavoro nella protezione della palla, nel meritorio tentativo di far salire la squadra e tenere alto il baricentro. Morde poco davanti alla porta avversaria, disturbato da una difesa arcigna e dalle provocazioni dell’estremo difensore ripolante, che lo induce in errore e di lì all’ammonizione. Polveri bagnate rispetto all’exploit contro il derbigum, ma l’avversario è di tutt’altra risma. Carattere e personalità, comunque, da vendere e offrire ai più bisognosi. Ancora alla ricerca del vero ritmo partita. Pazzini.
CARROZZA. 7,5. Ci mette tutto, e forse anche qualcosa di più. Un eccessivo trasporto gli impedisce di rimanere freddo al momento della conclusione decisiva, ma la prestazione rimane comunque di altissimo livello per intensità e continuità. Meno chiassoso di altre volte, il nostro bomber punta gli avversari come un toro nell’arena. Inesauribile. Just like Pozzi.
COLUCCIO 9. Tenta il riscaldamento per verificare la condizione, mostrando abnegazione e attaccamento alla maglia, ma il fisico risponde picche. Ecografia veloce veloce al Descovich di via del Rondone: 0516494501 (non prendo percentuali sulla diagnostica). Torna in fretta perché abbiamo bisogno di te. Lucchini.
MISTER 7. ottima disposizione dell’undici giallonero. Se le ali volassero come si deve… sarebbe quasi DELNERICO.
BONA 8. Agonismo in borghese. Aiazzone.
MAURETTO 5,5. Informa la truppa sul risultato di Inter Barca, suscitando l’ira del Mister. Trentalangico.
CASSANO NON ESISTE. È un illusione che rende più gradevole la vita.
OLD BRIDGE 2. Che birra di merda. E ti fanno pure pagare il coperto. E ti rompono pure i coglioni su dove ti devi sedere. E io pirla che me ne sono bevute addirittura due. Buah. Old bridge dead bridge London bridge is falling down. Si fottano. Palacio e Gasperini.