venerdì 9 ottobre 2015

Pratello 0 - Lovoleto 0. Cronaca di una battaglia.

Attenzione Attenzione! Domani 11/10/2015 ore 15 il PratelloFC sarà  al palio dell'asino. Tutti i tesserati, amici, parenti, estimatori sono invitati a partecipare! 
Ci troviamo alle 15 al Beer Shop bukowski di via del Pratello.


Quella cosa che lo 0a0 è la partita perfetta.
Mah. Non l’ho mai capita.
E in realtà sono molte le cose che del calcio non ho mai capito, perché quando vinci l’esaltazione ti rende meno lucido di una conversazione fra Bobo Vieri e Lapo Elkann. E perché quando perdi la tua depressione e il tuo pessimismo sono tali che in confronto un primo piano di Mattarella pare una botta di vita.
Hai visto mai che il pareggio, per di più a reti inviolate, abbia questo di buono.
Ti permette una qualche messa a fuoco, meno approssimativa e cialtrona del solito.
E così, guardando le cose a distanza di 24 ore, puoi rimettere tutto quanto secondo una linea d’importanza crescente, in cima alla quale ci sono tutti quelli che ieri non sono stati convocati e che avrebbero voluto esserci. A loro va il ringraziamento personale del sottoscritto, cui credo si aggiunga senza riserve quello di tutti gli altri, Mister Maffeo e Mister Baldi in testa.
Non è un ringraziamento gratuito, o di circostanza.
Anzitutto serve a farci notare che siamo parecchi, che nulla ci è dovuto e che o ci mettiamo d’impegno per fare tutte le nostre belle pisciatine dentro il vaso oppure, la prima volta che verremmo beccati a scrollarcelo per terra, potremo tranquillamente intestarci una buona parte della grande tribuna che fiancheggia il campo e che ancora non porta il nome di nessuno (ricordo che la tribuna Olivieri già esiste ma si trova in via Andrea Costa, al Lucchini).
In secondo luogo serve a farci capire che quello che abbiamo fatto non è ninte di speciale, ma il minimo – veramente il minimo – dopo lo scempio che si è visto all’inizio della precedente partita, terminata 4a4. È una gara a cui io non ho assistito, ma 4a4 è un risultato che mi sta sui coglioni a priori, perché Zeman non è il mio cognome e perché - se ne hai per passare da un passivo di 3a1 a un attivo di 4a3 – ne hai anche per evitare che questo si renda necessario. E se non lo capisci in fretta, non sei un calciatore. Sei solo un cazzone.
Per fortuna questo, almeno questo, l’abbiamo capito tutti, e subito. Nelle prime battute, siamo apparsi immediatamente concentrati, decorosamente organici nel pressing, corretti nelle distanze, ancora molto episodici nei movimenti ma capaci – in ogni caso - di tenere la palla nella metacampo avversaria per alcuni minuti. Non è durata molto, è vero. Nel complesso, cioè, non possiamo dire di aver fatto la partita, che ci è stata duramente contesa da un avversario più cattivo – agonisticamente parlando – di noi. Spesso ci siamo fatti anticipare, non soltanto in attacco, e non sempre abbiamo resituito – nei modi e con i tempi dovute – talune cortesie ricevute dagli avversari. Che, voglio dirlo senza equivoci, hanno fatto la loro onesta partita, mettendoci seriamente in difficoltà sulle fasce e puntandoci con alcuni uomini dotati di passo, spunto e, almeno in un paio di casi di prestanza fisica e buoni mezzi tecnici. Il rombo ha fuzionato a metà, sfiancando Tilli nel pressing e lasciandogli poco smalto e poco fosforo per gestire la fase di possesso. Nel primo tempo tuttavia siamo andati vicinissimi al goal con Passariello, splendidamente imbeccato da Cetti e altrettanto prodigiosamente schermato dall’estremo difensore avversario. È lo stesso Passariello a tentare un’azione individuale che per corsie centrali lo porta caparbiamente al tiro, quando però il suo vigore – ormai fiaccato dalla corsa – non è più tale da consentirgli di concludere con efficacia. Nel secondo tempo si passa prima al tridente e poi, nel finale, a un discusso 442, che è stato tentato per rimediare a una transizione passiva da sx a dx che sembrava francamente troppo lenta. La palla goal più clamorosa si stampa sulla traversa: la capoccia che a tempo ormai scaduto ce manda è quella di Santacroce, abile a girare verso lo specchio un angolo ficcante di Fefè. Ennesimo rimpianto perché il Pratello, poco prima, poteva passare in vantaggio con una percussione personale di Carrozza che, pur riuscendo a sgusciare attraverso un nugolo impazzito di gambe nemiche, non trovava la finestra spazio-temporale per tentare la battuta a rete e si infrangeva fra portiere e difensori. In effetti le occasioni più importanti le abbiamo avute noi, ma tra primo secondo tempo qualcosa abbiamo rischiato, e non potrebbe essere diversamente in una partita che, alla fine, è stata equilibrata e giusta nel risultato finale. Nel primo tempo è Roby De Biagi a trovarsi provvidenzialmente sulla linea di porta quando un rasoterra letale stava per trafiggere la nostra rete. Nel secondo tempo, invece, tocca a Marco Schiavo salire in cattedra, chiudendo egregiamente – in uscita – la serranda sulla porta giallonera. Terzini in difficoltà, ma volenterosi e talvolta abili nelle diagonali. Centrali difensivi a corrente alternata ma, Borreggine a parte (che mi è sembrato la brutta copia di se stesso), tutti sufficienti. Centrocampo impegnato da un lavoro immane, svolto ora bene ora meno bene ma proprio per questo non sempre nelle condizioni di poter ossigenare il proprio gioco in misura tale da servire palloni precisi ai nostri attaccanti. Punte che, nel complesso, non hanno sfigurato anche se devono ancora imparare a giocare assieme, senza palla e con maggior cinismo in zona goal.
Non abbiamo fatto una buona partita. Abbiamo però fatto una partita di concentrazione, sacrifico e carattere, tre cose che nelle precedenti uscite – vittoria compresa – non avevamo mai combinato assieme. Forse abbiamo capito subito che per uscire indenni dalla battaglia bisogna essere guerrieri, e non turisti. E per questo credo che la partita di ieri possa essere considerata un buon punto di partenza, non tanto utile a capire come dovremo giocare (perché dobbiamo fare molto meglio di così) quanto piuttosto utile a capire il livello minimo sotto il quale non possiamo permetterci di scendere. Non siamo fenomeni, non risolveremo partite con colpi da maestro. Dobbiamo avere l’umiltà – dal primo all’ultimo minuto – di ammettere che per restare in partita dobbiamo sbagliare il meno possibile, fare le cose semplici e guardarci continuamente attorno, in fase attiva per  capire come farci vedere e dove andare per ricevere sensatamente la palla, in fase passiva per rompere i coglioni agli avversari e aiutare il compagno più vicino che ne abbia bisogno. Chiamatela “squadra”, se preferite. Ieri è la prima volta che in questa stagione mi è capitato di vederla.

SCHIAVO 6,5. Uscita azzardata e assai pellegrina nella prima frazione di gara, ma la conclusione avversaria si perde sul fondo e non fa danni. Salva il risultato nella ripresa. In crescita.

TIRELLI 6+. Eroico quando prova a rallentare l’avanzata del 9 avversario, che procede lungo la sua direttrice come un siluro rivestito di titanio. Fede si oppone e finisce al tappeto, rallentando un po’ l’azione avversaria e rimediando un acciacco che all’inizio del secondo tempo lo costringerà ad uscire. Dalla sua parte ci sono parecchie folate e non gli riesce di chiudere tutti gli spifferi, ma si batte come un leone e quando riparte non è inguardabile.

CURATOLA 6. Non ne ha per le sue amate scorribande, ma ha l’umiltà di usare tutta la benzina per sgommare nella merda. Dove serve.

BORREGGINE 5,5. No. Troppo lento e anche approssimativo dal punto di vista tecnico, cosa che non è da lui. Soffre i tagli degli attaccanti avversari e in qualche occasione si fida con eccessiva leggerezza (e altrettanto culo) della linea del fuorigioco.

GRAZIANO 6,5. Partita più dura del solito, che si inaugura con la solita stecca, utile a presentarsi con garbo ai nuovi avversari. Tiene bene fino al cambio, che giunge a pochi minuti dalla fine.


STEFANIZZI 6+. È un centrale difensivo, anche se l’abbiamo provato altrove. E si vede. Prestazione onesta, di grinta e sostanza. Entra in un momento tutt’altro che facile e gioca con la giusta personalità, anche se non mancano le imprecisioni nei disimpegni.

BALESTRIERI 6,5. Pochi minuti a sua disposizione ma subito concentrato, attivo e reattivo. Sbaglia poco o nulla e difende con i denti.

DE BIAGI R. 6,5. Salva un goal, e questo non è poco. È costretto a un grosso lavoro difensivo che oltre a lasciargli poca birra per ripartire finisce per sfiancarlo sulla distanza. Chiude letteralmente sui gomiti, bestemmiando contro i cambi avversari che gli oppongono continuamente forze fresche dalle sue parti.

FEFE’ 7+. Il migliore. Sempre concentrato, vigile, abile non soltanto nelle proprie giocate individuali ma anche come preservativo delle giocate effettuate dai propri compagni che, quando scazzano, se lo trovano spesso alle spalle, pronto a rimediare. Nel primo tempo è l’unico del centrocampo a non farsi anticipare quasi mai. Anche lui paga qualcosa nel finale ma resta sempre in partita e aiuta anche i nuovi entrati a stare nei ranghi.

OLIVIERI 5,5. Lento nel dare via la palla, si fa anticipare troppe volte e non entra mai nel vivo dell’azione. Rivedibile.

CUCS 6. All’inizio tende a rincorrere gli avversari un po’ a casa, portandosi troppo a sinistra e lasciando Fefè al centro da solo, ma dopo pochi minuti recupera la bussola, si regola con i compagni di reparto e porta a casa la sufficienza.

INNOCENTE 7. Altra gara di sostanza, abnegazione e personalità. Non è sempre impeccabile nell’altezza corretta a cui portare il proprio pressing, ma rimedia quasi sempre con una prestazione suppletiva di corsa e rincorsa, senza risparmiarsi l’appoggio all’azione offensiva e talora servendo palloni molto interessanti per tagli che invece mancano. Per ora, a mia memoria, è la sua miglior stagione, e lo dico da pagelliere storicamente critico e severo nei suoi confronti.

SANTACROCE 6,5. C’è qualche leziosismo di troppo, che in mezzo al campo preferirei non vedere. Ma c’è anche tanta sostanza nell’uno contro uno, molto gioco di squadra e una certa pericolosità sottoporta, che rivela un discreto mestiere nella gestione degli episodi e che si manifesta nuovamente pur incontrando il veto della Madonna sotto forma di traversa.

TILLI 6-. Ce la mette veramente tutta ma nell’azione di pressing c’è qualcosa che non va a livello di squadra perché in molte occasioni lo si vede correre da solo e sfiancarsi quasi inutilmente. Due traversoni interessanti non si sviluppano però in azioni pericolose.

CETTI 6,5. Splendida l’azione sulla fascia nel primo tempo, con la quale si libera, va sul fondo e mette una boccia d’oro per Passariello, che non capitalizza. In ombra per alcuni tratti di gara, ma capisce in fretta che con quei difensori o si gioca di anticipo o non se ne vede una e quindi viene molto incontro per ricevere palla e in qualche caso riesce a far salire il baricentro e l’azione. Manca il goal e per una punta la cosa, ovviamente, pesa, ancorchè nell’ambito di una prestazione positiva.

PASSARIELLO 5,5. Poco prima di calciare da 40 metri, ha un curioso movimento del capo. Leggero, impercettibile. Si volta un po’ verso la panchina, forse a cercare una benedizione per il tiro. Se cercava quella non l’ha sicuramente trovata ma lui tenta lo stesso l’impossibile e ne esce un tiro impreciso, lento e fuori bersaglio. Avrebbe i numeri per essere molto più pericoloso ma si attiva solo a momenti e quando deve buttarla dentro, il diretto avversario si rivela più efficace di lui. Sparisce (o quasi) dal gioco nel secondo tempo, sopraffatto dalla stanchezza.

CARROZZA 6+. Peccato per quell’azione personale che poteva concludersi in goal, ma l’ingresso di Carro è comunque significativo per carattere e personalità. Non si risparmia mai e tiene gli avversari in continua apprensione. Prova anche a imbeccare Bonaventura ma il compagno è troppo impegnato a scorreggiare.

BONAVENTURA 6-. In panchina non fa altro che petare come un ossesso, dando la colpa a pietanze giapponesi non meglio identificate. In campo il gas che gli esce da dietro non lo aiuta ad andare più veloce e il ragazzo non è mai pericoloso. Anche se prende un paio di falli che aiutano la truppa a rifiatare.




4 commenti:

  1. Penso che stamperò tutti i racconti delle partite. Meravigliosi a prescindere dal risultato.

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  2. Non sapevo che Bonaventura scorreggiasse. Pensavo che 'ste cose le facessi solo io. Giggio

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  3. Personalmente darei un mezzo voto in più a "Pepito" Bonaventura per la leggiadria con la quale ha sfoggiato quella piccantissiama mutanda a scacchi......molto molto Lapo.....pavuuuuuuura!!!

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