martedì 20 ottobre 2015

San Martino in Argine 1 - PRATELLO FC 2. Corsari nella bassa. Il pagellone.

L’infinito, nel calcio, esiste.
Esiste eccome.
Non riguarda il tempo della partita, che a un certo punto finisce, ma l’eterna durata della palla respinta dal portiere (dal nostro e dal loro), che galleggia in una dimensione sottratta al corso della Storia, breve al punto tale da rendere impossibile ogni intervento da parte di chi guarda ma abbastanza lunga da torcergli tutte le budella, sconvolgendolo nell’esperienza di un’attesa impotente, attesa dell’immane, analoga al sordo boato in cui si squama la percezione dell’alpinista che vede avvicinarsi il fronte della valanga.
Questo spessore, che si fa largo nell’attimo e lo popola dei nostri fantasmi, può avere sapori diametralmente opposti: un conto è il goal che potresti essere in procinto di subire, un conto è il goal che potresti essere in procinto di fare. Il nostro palato, in questo senso, è piuttosto esigente perché ieri, per non farci mancare niente, abbiamo assaggiato entrambi i bocconi.
Il tempo di quei bocconi, piaccia o meno, è effettivamente infinito perché nel loro spazio sembra celebrarsi (o vanificarsi) lo sforzo di un’intera partita. Ma anche un fesso si renderebbe conto che quei bocconi sono resi decisivi dal nostro scarso cinismo, dal nostro atteggiamento bello e sprecone, colpevole di mantenere aperta – fino all’ultimo – una partita da chiudere nel primo tempo.
Forse non abbiamo ancora capito la differenza tra il calcio e una gara di tuffi, dove vinci se un giudice ti ritiene più elegante, coordinato e grazioso dei tuoi avversari. Nel calcio no. Non importa a nessuno se hai creato di più, se sei stato più pericoloso, se hai prodotto le migliori trame di gioco, se hai fatto i movimenti giusti e se non hai mai smesso di correre. Hai ragione solo se vinci, e questo vale anche negli amatori, al netto di tutte le fregnacce sul bel gioco e sull’impegno che amiamo raccontarci per sentirci persone migliori. Perché per avere ragione, ieri sera, c’è voluta la zampata di Sam. Altrimenti la storia era un’altra, e anche il sangue gloriosamente versato da Graziano, indomito guerriero della difesa, ci sarebbe sembrato un inutile sperpero di globuli e piastrine.
Consapevoli di questo, e armandoci dunque di tutta l’umiltà che la situazione impone, è comunque giusto e sacrosanto rilevare che nel primo tempo abbiamo espresso il miglior calcio proposto fin ora dal Pratello in questa stagione. Quasi perfetti dietro, dove Balestrieri subentra con rabbia e personalità all’infortunato Graziano e dove si registrano ottime prestazioni da parte di tutti, compreso un Comoretto in netto miglioramento; molto stretti e compatti a centrocampo, dove spesso abbiamo giocato a uno o due tocchi, interpretando con intelligenza i margini d’azione consentiti dalle dimensioni del campo; abbastanza bene davanti, dove un pressing incisivo, movimenti via via più efficaci e fraseggi spesso precisi, impreziositi da un sapiente lavoro di regia alta messo in campo da Cetti, non vengono corrisposti, sotto porta, da altrettanta lucidità. Numerose le percussioni sulla sinistra, con Carrozza che mette molti palloni al centro, non sempre sfruttati. Alto di poco il colpo di testa di Cetti. Innocente ne sbaglia un altro a pochi metri dalla porta. E lo stesso Passariello, in più di un’occasione, sembra tutt’altro che incisivo, anche se è proprio lui, attaccando lo spazio liberato da Cetti, a sfruttare un errore avversario per prendere il tempo al portiere e batterlo in uscita incrociando con un pregevole pallonetto. Mettiamoci pure dentro che forse mi dimentico anche altre occasioni. L’1 a 0 è dunque meritato, non ci piove, ma proprio per questo sembra essere costato eccessiva fatica. Enorme, infatti, la mole di gioco prodotta a fronte di un vantaggio così esiguo. Le preoccupazioni sono dunque legittime, perché tante energie se ne sono andate e perché l’avversario – pur incapace di esprimere un’azione corale – non manca di alcune prorompenti individualità, tutt’altro che facili da bloccare. Nella ripresa, infatti, il gioco giallonero perde smalto, le punte aiutano meno la fase passiva, il baricentro si abbassa e gli avversari riescono a manovrare più vicini alla nostra porta. Un’incertezza di Schiavo su calcio piazzato spalanca la porta al pareggio avversario, forse non “giusto” ma esattamente in linea con il modo in cui funzionano le cose nel calcio. Possiamo certamente raccontarci di come sia difficile, con 7 cambi, mantenere inalterata l’identità di gioco della squadra, ma è anche vero che le energie fresche avrebbero dovuto garantirci una maggior tenuta del campo, che invece è venuta progressivamente meno. Questo ci ha consentito, è vero, maggiori spazi sulle ripartenze, spazi che però abbiamo sfruttato male, arrivando quasi sempre davanti alla porta avversaria per poi non combinare nulla. Nel finale si passa dal 433 al 4312 e per fortuna a beneficiarne è soprattutto Bonaventura, che può accentrarsi e avvicinarsi alla zona calda, nella quale si fa trovare pronto per battere a rete la respinta corta del portiere su conclusione da fuori di Tirelli.
Il giudizio è complessivamente positivo e nel caso di alcuni singoli le prestazioni sono state molto buone. Mi è piaciuto il gioco senza palla, la volontà di incidere nell’azione con personalità e coraggio, la capacità di dare battaglia fino all’ultimo, la ricerca del passaggio facile e veloce e, per lunghi tratti, un’incoraggiante coralità dell’azione, ben accompagnata dai terzini (per la verità soprattutto a sinistra). Se però, in questo campionato, vogliamo davvero fare qualcosa di importante, non possiamo specchiarci in tutto questo o accontentarci di qualche bella azione. Dobbiamo tirare di più, essere meno leziosi, mordere con maggior convinzione e in tutte le fasi di gioco (compresi i rinvii dal fondo e le rimesse laterali, attivi o passivi che siano), e ogni volta dobbiamo affondare i denti fino in fondo, dobbiamo sentire il morso che si richiude e porta via tutta la ciccia disponibile, senza regalare nulla. Perché altri avversari, a fronte di tanti sprechi, non avrebbero avuto alcuna pietà di noi.

SCHIAVO 5. Poco impegnato, si disimpegna male sul calcio piazzato che porta al pareggio avversario. La palla gli resta davanti, boccone troppo invitante per l’avversario.

CURATOLA 6. Sufficienza d’incoraggiamento. Al rientro dopo lo stop, Pietro risponde presente e offre una prestazione di carattere, ancora priva – tuttavia – di contenuti tecnico-tattici di livello.

TIRELLI 6,5. Parte maluccio, troppo basso e timoroso. Migliora col passare dei minuti, accompagnando l’azione e producendosi in qualche azione personale degna di nota. Sua la conclusione che il portiere non trattiene e da cui, quindi, scaturisce il goal di Bonaventura.

LANZELLOTTO 7,5. La sua miglior gara dall’inizio dell’anno. Concreto, puntuale, preciso. Rischia qualcosina quando, per scivolata o scivolone, si ritrova per terra in mezzo all’area, ma gli avversari non dispongono di alcun Bonaventura che gli cada sopra e si procuri il rigore. È però l’unico neo della sua autorevole gara.

GRAZIANO 10. Il voto è platonico, ovvio, ma uno che si apre il cranio per la squadra non può ricevere di meno. Cuore, sangue e ambulanza.

BALESTRIERI 7,5. Ingresso maiuscolo e rabbioso, subito cattivo negli anticipi e nei recuperi. Non è uno che non sbaglia mai, ma è anche uno che tutte le volte va a rimediare di persona. E questa è la cosa più importante.

COMORETTO 7 In crescendo. Più preciso nei passaggi, agguerrito nei recuperi, veloce ad allargarsi e a dettare la linea di passaggio facile ai colleghi di reparto e ai centrocampisti. Interessanti alcuni palloni messi verso il centro. Avanti così.

GIGLIONI 6,5. Grintoso ed efficace, tampona quello che deve tamponare e aiuta a serrare i ranghi.

FEFE’ 7+ Gioca sempre bene ma nel primo tempo, in qualche occasione, effettua passaggi avventati, che talora vengono intercettati con eccessiva facilità dagli avversari. Capita a tutti, è ovvio, ma nel suo caso fa notizia. Si tratta comunque di una prestazione di assoluto valore, che diventa impagabile nel secondo tempo, quando c’è da soffrire e da lottare ed è proprio lì, nel cuore del campo, dove si spala della gran merda, che Fefè regala momenti di vero e sudato calcio. Esempio.

INNOCENTE 7. In linea con le prestazioni precedenti, potrebbe essere molto più concreto sotto porta. Bene comunque per gli inserimenti e il supporto all’azione dei compagni.

TILLI 6-. Un po’ fuori posizione come interno di sinistra. Non è il suo ruolo naturale, è vero, ma in quella fase era importante stare più compatti. Sale poi sulla trequarti dove si muove molto e non viene sempre valorizzato, nei suoi movimenti, dai compagni. Ma anche lì dovrebbe aiutare di più la fase passiva, soprattutto dato il frangente.

OLIVIERI 7. Rapido nelle giocate e gladiatorio nei contrasti, gioca con pochi tocchi e cerca sempre di essere utile ai compagni, evidenziando straordinarie doti di umiltà e applicazione. Contiamo di rivederlo su questi livelli.

CUCCULELLI 7- La sua disciplina tattica è decisamente migliorata. Ha gamba per andare ma sa anche sacrificarsi quando serve. Bene così.

SANTACROCE 7+. Subito nel vivo, concentratissimo, intelligente, estremamente efficace nei contrasti e utilissimo nell’azione di rimessa.

CETTI 8- Per me, il migliore. Gli manca il goal, è vero, ma il suo primo tempo, unito alle prime battute della seconda frazione di gioco, è un piccolo capolavoro di regia al servizio della squadra. Vertice alto dell’attacco, rientra spesso per anticipare i difensori, dialoga bene con i centrocampisti, vede i compagni di reparto, li serve nello spazio e dà tanto filo da torcere agli avversari. Non si risparmia nel pressing portato su tutto il fronte d’attacco, dove va addirittura a raddoppiare nelle zone di competenza di Carrozza e Passariello. C’è un “meno” perché là, di testa, bisogna segnare. Punto. E quindi sì, può ancora migliorare. Deve migliorare.

CARROZZA 7 Altruista fin quasi all’eccesso, Carro cerca sempre il compagno e si propone negli spazi senza palla. Il suo pressing, però, non è costante come al solito e tende gradualmente a venire meno. Potrebbe andare in goal perché spesso si fa trovare al posto giusto, ma ogni tanto viene ignorato.

PASSARIELLO 7,5. Segna un goal fondamentale e nel finale combatte come un leone, dando una grossa mano alla squadra. Male, tuttavia, quando deve decidere tempo e dosi dei suoi passaggi, che poche volte si rivelano utili per i compagni. Testa più alta e maggiore lucidità.


BONAVENTURA 7,5. Prende falli, combatte, segna. Tutto in pochi minuti. Utile sulla fascia, devastante al centro. Fa la rete che vale la vittoria. Ed è subito Samba-Sam.

2 commenti:

  1. 1) tutto quello che dici nella prefazione non è una verità ma LA VERITÀ , da scolpire nella roccia.
    È
    2) generoso il mio voto posso e devo dare di più.
    Per il resto Vamos Pratello, la strada è lunga e difficile ma la stiamo percorrendo insieme.
    P.S. Scusate per gli urlavo finali ma l'ossigeno scarseggiava.

    RispondiElimina
  2. Otto, ieri sembravi essere tornato indietro di qualche anno, ho rivisto delle diagonali con i contro cazzi(peccato che lo stesso non si possa dire di me). Come ho sempre sostenuto, nel campo di calcio, c'è poco spazio per la psicoanalisi, quindi ben vengano anche le urla.
    Per il resto mi piacerebbe fare un po' di polemica sui movimenti non valorizzati, ma non è il luogo nè il momento giusto, godiamoci la vittoria, c'è da vincere questo campionato!
    Vamos PratelloFC!!

    RispondiElimina