“Lathe
biosas”, diceva Epicuro. Vivi nascosto. Célati. Riserva la tua natura. Mettila
in pratica senza rivelarla.
“Gnosis
auton”, recita invece l’oracolo di Delfi. Conosci te stesso. Scopri di che
pasta sei fatto, cosa ci stai a fare al mondo, cosa sei.
Sembra
impossibile dare seguito al primo spunto senza osservare anche il secondo: come fai a celarti,
a nascondere la tua natura, senza sapere cosa essa sia, senza sapere – molto semplicemente
– cosa nascondere?
Eppure
il Pratello offre esattamente questo doppio spettacolo: nasconde se stesso, e
il proprio valore, senza averne la sufficiente consapevolezza. Perché noi altri non abbiamo la
minima idea di quello che siamo in grado di fare e, quando lo facciamo, ci
sembra di vivere strani momenti di grazia, disseminati in una partita per lo
più perfettibile, migliorabile, addirittura grezza, talmente estranea al nostro
potenziale che qualcuno potrebbe vederci una messinscena, una mascherata, una
presa in giro. E invece no, nessuna presa in giro. Siamo proprio così. Belli e orribili a distanza di pochi minuti. Perché quelli che vanno al tiro dopo 8 secondi, sfiorando l’immediato
vantaggio con Santacroce, sono gli stessi che per lunghi tratti del primo tempo
regalano il centrocampo agli avversari, pressando male e in modo disordinato,
facilitando le verticalizzazioni degli avversari e tenendo sempre in
apprensione una difesa che grazie al cielo si rivela estremamente brava - e
puntuale - nelle chiusure. Per fortuna, però, siamo anche gli stessi che vanno a
segno due volte, con due splendide azioni, dotate – forse per la prima volta
nel corso della stagione – di una coralità apprezzabile, che rivela l’attenzione
del compagno per l’altro compagno, la gravitazione con cui sappiamo – quando ne
abbiamo voglia - orbitarci attorno, uno con l’altro, uno per l’altro. Dorsale
veneta, innescata nella sua prima edizione da Passariello: Giurato per Vieceli,
uno a zero. Dorsale veneta, innescata nella sua seconda edizione da Cucculelli,
Vieceli per Giurato, due a zero. La prima frazione di gioco potrebbe
concludersi con un attivo più rotondo, ma il cinismo non è esattamente fra le
doti del Pratello, che almeno – però – sembra già un lontano parente di quella
carcassa morente vista nel secondo tempo a Lovoleto. Ok, la partita non è
finita, e il disordine – come già rilevato – regna sovrano, anche perché il
centrocampo tende a sfilacciarsi per lo scarso apporto difensivo offerto dagli
esterni d’attacco, cosa che determina frequenti situazioni d’inferiorità
numerica sulla linea mediana, da cui partono i passaggi per le punte avversarie, che per nostra
fortuna trovano in Stefanizzi e Lanzellotto due clienti bruttissimi, molto
avari di regali. Battilani, alle loro spalle, blinda quel poco che arriva,
parando conclusioni centrali e uscendo con sicurezza alla bisogna. Nessun
affanno dunque, ma la consapevolezza – quella sì – che per fare il salto di
qualità occorra più mentalità e più equilibrio. Le risposte, almeno in parte,
arrivano nella ripresa, quando il Pratello passa dal tridente alle due punte,
spostando prima Giurato e poi Tilli sulla trequarti e dando più equlibrio al proprio
pressing alto. Dall’altra parte, a dire la verità, l’avversario perde colpi e lucidità.
Non perde però la gamba e non rinuncia a proporsi, anche se la sua efficacia
tende progressivamente a zero, risucchiata in un gioco di squadra sempre più
asfittico e inconsistente, che i gialloneri riescono a spezzare ogni volta.
Nelle ripartenze il Pratello potrebbe addirittura dilagare ma l’imprecisione
sottoporta di Vieceli e l’inefficacia di altre conclusioni tengono a galla i
Lovers, che a dieci secondi dalla fine – a forza di insistere – ottengono un
insperato rigore, con cui accorciano sul 2 a 1. Battilani viene espulso e in
porta va Olivieri, che sfiora il pallone e perde il treno per la gloria.
Finisce così, con tre punti meritati e molte cose da mettere in ordine. Ma
anche con la certezza che i numeri per fare bene ci sono tutti e che, se
davvero ne abbiamo voglia, possiamo ordinare e consumare tutto quello che il
menù propone.
BATTILANI 6,5. Forse potrebbe evitare il
rigore e prendere il goal, ma sono calcoli che una bestia con i guanti come lui
non farà mai e poi mai. Va bene così.
CURATOLA 5,5 Benino quando si propone ma in
fase difensiva tende più spesso a rincorrere, vittima di una posizioe non
sempre felice.
TIRELLI 6. Confusionario ma volitivo nella
linea difensiva, riparte con personalità e nel finale regala anche qualche
piccola perla di tecnica individuale. Molti stop e molti passaggi, però, sono
assolutamente da rivedere.
STEFANIZZI 6,5. Poco impegnato, si disimpegna
con effiacia e mestiere. Non gestisce sempre al meglio le fasi di possesso
palla ma è un lottatore nato, pronto per qualunque guerra.
LANZELLOTTO 7. Il migliore della difesa. Accetta
la sfida sulla corsa e anche se a volte si fa risucchiare dai tagli dell’attaccante
avversario riesce comunque a vanificarli leggendoli con il giusto anticipo. Un paio
di bei lanci all’attivo.
GRAZIANO 6. Infortunio ormai alle spalle,
entra con personalità e nei pochi minuti a sua disposizione mette tutta la sua
grinta e tutta la sua esperienza al servizio della serranda giallonera.
DE BIAGI 6+. In leggera crescita, ma ancora
al di sotto del proprio potenziale. Entra nella ripresa e si propone sulla
sinistra senza esagerare, forte del vantaggio acquisito. Dietro non soffre
nulla.
Fefè 7+ Perno fondamentale della mediana
giallonera, dispensa consigli a tutti e garantisce la tenuta della squadra e la
distanza fra i reparti. Soffre con il tridente, che lo costringe spesso a
uscire per vie centrali, mentre risulta più a suo agio quando viene
adeguatamente schermato dal trequartista. Molto belle le sue aperture, anche se
in qualche occasione dovrebbe tentare verticalizzazioni più coraggiose sui
movimenti della punta che viene incontro.
CUCCULELLI 7- Partita di grande corsa, che
nel primo tempo fa storcere il naso a qualche purista della tattica: il suo
pressing è disordinato e lo allontana più volte dalla propria zona di
competenza, anche se l’azione del secondo goal nasce dai suoi piedi. Meglio
nella ripresa, dove trova il modo di rendersi pericoloso. Splendida l’imbeccata
per il Kaiser, che non trasforma.
GIURATO 7,5 Infaticabile. Anzi no, faticabile
eccome. Perché corre talmente tanto che nella ripresa è costretto a chiedere il
cambio. Difficile, del resto, quantificare i chilometri percorsi dal
centrocampista veneto, che prima come interno e poi come trequartista butta sul
campo tutto quello che ha. Quantità unita a qualità, che lo portano a
realizzare un gran bell’assist e un altrettanto bel goal: due pezzi di pregiata
scuola che infiammano panchina e spalti. Eroico nel pressing, a volte ruba
palla perfino ai propri compagni. Se collega anche il cervello, può diventare
uno dei migliori del campionato. Bene così.
INNOCENTE 6. Ordinaria, ma puntuale,
amministrazione. Non toglie mai la gamba e permette al centrocampo di rimanere
compatto
OLIVIERI 6- Impreciso e confusionario, corre
comunque per venti e alla fine si offre perfino come portiere, sfiorando il
miracolo sul rigore avversario. Ma in mezzo al campo può fare molto meglio di
così.
TILLI 6,5. Imperiale un suo traversone di
destro, che di controbalzo porta un pallone d’oro nel cuore dell’area
avversaria, purtroppo non sfruttato. Altri spunti interessanti e tanta tigna negli
uno contro uno. Tarda un po’ a recuperare la posizione quando gli avversari
ripartono ma è sempre nel vivo del gioco.
VIECELI 8- Sbaglia un goal davanti alla porta
su palla d’oro di Cucculelli, ma siamo già nel secondo tempo e il Kaiser ha
speso molto. Estremamente saggia e produttiva la sua partita, con una rete all’attivo
(anticipo veloce su uscita del portiere) e tanta esperienza nella gestione dei
palloni, tenuti e rilanciati con i giri giusti per i compagni di reparto o
scaricati per i centrocampisti. Dopo 4 secondi manda in porta Santacroce.
Numero uno.
PASSARIELLO 5,5. Troppi tiri senza senso alle
stelle e troppe volte in fuorigioco. Spiace dargli un’insufficienza, perché
corre talmente tanto che la sua gara meriterebbe ben altro rendimento. Ma
dipende da lui. E così non va bene. Il lancio per Giurato, da cui parte l'azione del primo goal, è troppo bello per una prestazione del genere. Impara a giocare alla tua altezza.
SANTACROCE 6+. Il goal in apertura, che
sbaglia davanti al portiere, non sembra particolarmente difficile. Ma il
motore, forse, era ancora freddo. Si sfianca in ripetuti scatti, che lo portano
a latitare un po’ nella fase di copertura.
BONAVENTURA 6. Vuole il goal a tutti i costi
e si muove molto per trovarlo ma non viene mai imbeccato dai compagni.
P.S. è bello, ma bello davvero, vedere e sentire sugli spalti compagni e i tifosi.
"Pubblicato da Edo a 02:05" meriti un nobel solo per questo.
RispondiEliminaComplimenti ragazzi per la vittoria!
Quello che non capisco come avete fatto nel primo tempo a segnare 2 goal e giocare male e nel secondo tempo a prenderne uno e giocare bene... i misteri del Pratello!
Me lo spiegerete Lunedì all'allenamento.