sabato 13 aprile 2013

Pontevecchio 0 - PRATELLO FC 2. Il Pagellone.

Al buio è più difficile. Anzi, non è più lo stesso ambiente. Non lo percorri per spazi, ma per tatti. Lo intuisci al tocco, cerchi di impararlo come una forma nuova offerta ai sensi. Per me fare l’allenatore è stato ed è questo.
Smessi gli scarpini, ti senti invaso dalla certezza di ciò di cui il Calcio ha bisogno, quasi che la fine delle tue partite ti dia la dignità e il diritto di sapere, per ognuna di esse, come avrebbe dovuto finire. Accetti sicuro di sapere cosa stai per fare. Ed è qui che ti sbagli. Perché, proprio come accade ai contorni delle cose al buio, lo sforzo degli altri ti si dipana davanti come qualcosa di esterno a te, come qualcosa che non ti riguarda, come qualcosa che ti nega il punto di vista interno, parziale ma alimentato dalla partecipazione, che avevi prima. Il calcio che non giochi è il calcio che non capisci. Credo che questo valga per tutti gli allenatori. Credo che i migliori allenatori siano quelli che sanno tradurre in strategia questa costitutiva incapacità di capire la fatica che si trasferisce dal loro corpo a quello di altri.
In tutto questo, all’improvviso, ho visto una feritoia. Una linea di passaggio in cui sono entrato senza pensare che dovesse accadere. Ero in campo. Ho dimenticato il mio nome e la mia età, e senza più memoria del numero che portavo sulle spalle mi sono fuso a quello cui appartengo. La squadra.

ALBANESE 6+. Quasi inoperoso per l’assenza di tiri avversari. Nelle uscite non commette errori ma manifesta leggeri ritardi nelle decisioni relative ai tempi. Complessivamente vigile.

CURATOLA 7+. Soldatino Curatola trova il modulo che valorizza il suo potenziale e interpreta benissimo, soprattutto durante la prima frazione di gioco, il compito relativo alle sovrapposizioni con Carrozza cui è stato invitato dal Mister. Sale con i tempi giusti, guadagna il fondo, tenta ed esegue il cross, talora con risultati più che decorosi. A differenza di De Biagi, inoltre, recupera meglio la linea difensiva in fase di non possesso palla. Nel secondo tempo accorcia il raggio d’azione ed è prezioso nell’amministrazione difensiva e mediana del risultato. Prova di significativa maturità calcistica.

DE BIAGI 7. Il voto potrebbe essere molto più alto, soprattutto in considerazione delle sue precarie condizioni fisiche. Si rivedono, però, piccoli errori di concentrazione che non dipendono dalla condizione atletica: spesso troppo alto, Roby diventa devastante – anche nel secondo tempo – quando decide la sua sporadica proiezione offensiva, ma è complessivamente troppo alto, almeno fino a metà del secondo tempo, nella fase di impostazione bassa del gioco, tanto da costringere spesso Stefanizzi ad allargarsi e fare da terzino sinistro. Ottimo il cambio di passo nell’uno contro uno.

BORREGGINE 7,5. Prestazione maiuscola ma non di assoluto valore. A questo signore, cui non mancano fondamentali, visione di gioco e scaltrezza, manca invece la volontà di compiere quello scatto – soprattutto caratteriale – che dovrebbe condurlo ad essere il leader della difesa. Impeccabile come singolo, suggerisce una silente malinconia al pensiero di quanto potrebbe giganteggiare se studiasse da direttore d’orchestra. Ma per fare una cosa del genere, bisogna cambiare. E, per prima cosa, allenarsi con un modo e un’intensità ancora inesplorati.

STEFANIZZI 7-. Si rivede la parete salentina che arginò la vittoria del campionato nel 2011. Rispetto a quella versione, in realtà, Daniele esibisce un leggero ritardo di forma, più tattica che fisica. Ingenuità che altre volte non si sarebbero viste, viziano una prestazione che in realtà cala il sipario su qualunque velleità dell’attacco avversario. Ma la percezione del suo potenziale inespresso richiede una seconda prova, a breve, da giocare su altri livelli, con maggiore personalità nella gestione della palla.

LUCATTI S.V. Il mister regala 8 minuti a se stesso e ai malinconici del calcio. Tiene le consegne da terzino sinistro ma senza mai entrare nel vivo del gioco, ad eccezione del servizio a spiovere per Bonaventura, che però non viene capitalizzato dal compagno.

MARASTONI 7,5. Meglio il secondo tempo del primo. Nella prima frazione di gioco, Stefano si produce in una fase d’interdizione perfetta e puntuale ma non determina situazioni di vantaggio tattico durante le sue proiezioni offensive, che difettano di coralità. La musica cambia dopo l’intervallo e, soprattutto, dopo l’espulsione di Trotta. Con il Pratello in 10, esce dal guscio e oltre a raddoppiare qualunque situazione di pressing si propone a favore del gioco in maniera più svelta e lineare, favorendo la circolazione della palla anche a fronte dell’inferiorità numerica.

TROTTA 6-. Senza cartellino rosso, sarebbe stato – forse – il migliore dei nostri. Il primo tempo è molto positivo, anche se parte un po’ contratto, con un’azione di fraseggio precisa ma di corto raggio, che fatica a coinvolgere le fasce come richiederebbe il modulo. Dopo poco, però, Trotta entra nel ruolo e diventa devastante per la velocità con la quale riceve palla e trova linee di profondità per le punte. Manda in porta per due volte Duryasz e questo vale l’uno a zero. Ma lo fa con gesti tecnico-tattici di livello elevato, servendo il compagno nello spazio, nei tempi e sulla giocata più facile per il compagno stesso. L’interdizione, soprattutto aerea, è inimitabile, quasi grottesca per la variazione gravitazionale espressa nei contrasti. Nella ripresa appare leggermente più appannato e, pur continuando a lottare, si esprime su livelli via via inferiori, fino al punto di farsi male e, soprattutto, di cedere al nervosismo rimediando un’espulsione banale e stupida.

OLIVIERI 6. Presidia la metà campo sotto la tutela dell’onnipresente Marastoni, che gli consente di non sfigurare nonostante le pericolanti condizioni muscolari. Positivo, però, l’approccio al gioco, anche in fase di non possesso palla.

CARROZZA 7+. Onestamente, era parecchio tempo che non vedevo un Carrozza così. Recuperata una lucidità e una logica mancate nelle precedenti partite, Carro si cimenta nel ruolo di esterno destro di centrocampo e lo fa con personalità. Sfianca il diretto avversario quando aggredisce lo spazio, ma è anche molto bravo a favorire e concretizzare gli inserimenti di Curatola. Abile nell’accentrarsi, tenta la conclusione anche di sinistro e si produce in gesti tecnici di buon livello. Preziosissima l’azione di contenimento in fase di non possesso palla.

VIANI 7. Il goal se lo merita e se lo guadagna, ribadendo in rete una palla che aveva già provato, di testa, ad insaccare. Ma si merita anche tutta una serie di riconoscimenti per il resto della sua partita, eroica nella fase di interdizione. Non ha lo schema mentale dell’esterno e questo ne rende la fase attiva meno produttiva, talvolta ridondante rispetto a quella dei centrali per la scarsa ricerca del movimento in profondità senza palla. Non c’è una sola situazione di pressing, però, dalla quale sia escluso. Coinvolto direttamente o seguendo a distanza le diagonali di difesa, Leo si dimostra sempre nel vivo del gioco. Permangono però errori di tecnica nel fraseggio e nell’uno-due.

TILLI 6+. Dovevi tirare. Punto. A chi cazzo la passi? A Bonaventura? Bonaventura a quel punto non esiste. Esistono solo 1) la porta e 2) un siluro che la squassa in due. Fine. Impiegato sulla fascia sinistra di centrocampo, Primo è abile nel proporsi quando la palla è in possesso dei suoi compagni ma non innesca trame letali per la difesa avversaria. Fa eccezione, per l’appunto, l’assist per Bonaventura, che però non andava fatto. Cazzuto quando si prodiga nel pressing e anche in una bella chiusura in scivolata.

BONAVENTURA 6,5. Prende molti falli e corre. Corre molto e con una certa intelligenza, soprattutto quando deve pressare. In fase di possesso palla, viene incontro agli esterni ma dovrebbe concedere qualcosa anche alla ricerca della profondità e della conclusione, cui non dedica la giusta attenzione. Si mangia un goal su assist di Primo, facendosi ostacolare al momento del tiro per averne ritardato l’esecuzione. In crescita rispetto all’ultima esibizione ma deve lavorare di più per rendersi pericoloso.

DURYASZ 7,5 Un gran bel goal ottenuto calciando di destro, sul secondo palo, un fendente a rientrare successivo ad una giocata con la quale è tornato sul suo piede naturale dopo una percussione in area a sinistra, ben imbeccata da Trotta. Poco prima, a onor del vero, si era divorato una rete su assist dello stesso Trotta. Molta intelligenza nel giocare con la squadra e nel movimento senza palla. Combatte con il raffreddore e asfalta muco e difesa avversaria. Quando parte, non c’è un difensore che riesca a ostacolarlo. Anche nella ripresa è abile nel rientrare sul destro e nel cercare la conclusione, senza però trovare la doppietta. Netto miglioramento.

1 commento:

  1. aò e commentatele ste pagelle.
    vabbè c'è poco da dire a sto giro, comunque aggiungerei alcuni voti:

    voto 9 al post partita al mutenye...eravamo un bel pò e brindare davanti agli avversari da sempre soddisfazione.

    voto 10 alla partita del venerdì sera. Ditemi quelle che volete ma secondo me è di gran lunga meglio: si esce direttamente, il week end mi sembra più lungo ed ognuno può fare ciò che vuole. Ripeto che urge incontro per pianificare questo aspetto e quello relativo all'orario degli allenamenti.
    Senza programmazione non si vince, lo dice andonio conde..

    toni

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