IL NON PAGELLONE. PRATELLO FC 0 Vado 1.

Niente pagelle. Il Capitano, oggi, è in ferie. Parla il vicepresidente, che poi è sempre la stessa persona.

E il vicepresidente, oggi, ha voglia di raccontarvi un po’ dei cazzi suoi. Questa mattina, tanto per dire, mi sono alzato e mi veniva da ridere. Da ridere, sì. Sapete perché? Pensavo ai nomi delle squadre con cui ci è capitato di giocare: Mojitos, Bacaro, Bar Gil, Universal. Che cazzo di nomi sono? Vi rendete conto? Sono nomi senza senso. Leggeteli un’altra volta, vi prego: vi sembreranno ancora più ridicoli. Il nostro no. Il nostro è un nome diverso. La via che porta il nome della nostra squadra ha fatto la storia di Bologna, ha fatto la storia di questa città e quindi – ci piaccia o no – anche noi siamo coinvolti in questa storia. La conseguenza è semplice: la maglia giallonera non la indossano le signorine. La indossano quelli che si sono sfondati di fatica durante la preparazione, quelli che hanno fatto ripetute fino a sentire i conati di vomito, quelli che intorno al Dall’Ara pensavano che la vita sarebbe finita. Quelli lì. Solo quelli lì indossano la maglia giallonera. E allora è bene che mettiamo in cantiere un altro concetto, semplice e molto importante. Non siamo arrivati in Eccellenza per avere paura di quelli che dobbiamo incontrare. Non ci svegliamo, il sabato mattina, per cagarci sotto all’idea di chi troveremo in campo. Io, almeno, non mi sveglio per quello. Mi sveglio per un altro motivo, altrettanto semplice. Mi sveglio perché se qualcuno mi deve saltare deve anche capire che la seconda volta non lo potrà fare. Mi sveglio perché se qualcuno mi fa goal deve anche capire che io ho palle e gambe per fargliene altri due, o almeno per farglielo credere. Mi sveglio con il sorriso, mi sveglio con il Pratello nel Cuore. Mi sveglio perché sono convinto che alla fine saranno gli altri ad avere paura.

Oggi è andata così, ma cercate di farvene una ragione, e anche in tempi rapidi. Mi spiace ma non c’è tempo di leccarci le ferite. Quest’anno la musica è diversa. Di partite, vi do una notizia, ne perderemo altre. E ci farà male, ci farà male un casino. Pesterà duro, nel fondo del nostro stomaco incazzato, del nostro stomaco che per una settimana, fra uffici ed esami, se ne sta appeso ad un sogno e poi, all’improvviso, se lo ritrova in culo. Bè, signori e signore, benvenuti in Eccellenza. La musica è questa. Se non vi piace ballare, fatevi da parte. Se non avete voglia di metterci la faccia, fatevi da parte. Se non avete voglia di imparare a perdere, anche in questo caso, fatevi da parte. Però vi dico anche un’altra cosa. Se avete voglia di sputare il sangue che avete in corpo, se avete voglia di sentirvi gridare nelle orecchie quando sbaglierete un passaggio, se avete voglia di soffrire come cani sapendo che per il Pratello ne vale la pena, bè, se avete voglia di questo, sappiate solo che il Capitano sarà sempre con voi. Dal primo all’ultimo minuto. Dentro o fuori dal campo. Quando siete euforici e quando avete le palle girate. A me potete dire tutto e sempre. Come giocatore posso anche farvi schifo, ma state certi che come compagno non vi tradirò mai. E con me molti altri. A partire dal Mister. Lunedì riparleremo di tutto, e lo faremo da adulti, senza strillare. Consapevoli di una cosa: questo è uno sport di merda e non è fatto per darci soddisfazioni. Siamo a noi a doverle trovare, le soddisfazioni. Nelle vittorie, certo, quando le conquisteremo. Ma anche nelle partite, nelle fatiche, negli allenamenti, nei frangenti, nelle imprese di un momento che ogni volta ci capita di vivere, assieme ai compagni, assieme ai tifosi, assieme a chi è giallo nero dentro. E tutto questo era, è e sarà sempre impagabile.

Edo